Invecchiamento normale e invecchiamento “di successo” - Perché è così importante invecchiare bene

Il termine “invecchiamento” viene sempre maggiormente utilizzato, in un millennio che ha portato effettivamente all'allungamento della durata della vita. Inveceil termine “anziani” piace a pochi e sicuramente non appartiene più alla fascia di età dei sessantenni, oggi sempre più somiglianti ai quarantenni di 50 anni fa.

La vera anzianità, peraltro è legata a fattori psicofisiologici tipici degli ultraottantenni, una eterogenea fetta della popolazione in costante crescita.

Inoltre , ricerche recenti dimostrano come- almeno in apparenza – non ci sia limite all'aspettativa di vita. Di certo c'è che questa viene spostata sempre più avanti, basti pensare al fenomeno ultracentenari: un tempo rappresentavano un'eccezione nella popolazione, mentre ora in Italia sono già migliaia e sempre in aumento.

Tuttavia, se da una parte l'aumento della longevità è un indicatore positivo del progresso socio-economico, dall'altra le popolazioni anziane vengono viste come una minaccia per i sistemi socioassistenziali e pensionistici, dato che un anziano polipatologico ha un costo sociale elevato.

E' perciò “dovere” prima di tutto verso se stessi, ma anche verso la società, mirare ad una longevità caratterizzata dal maggior benessere possibile, ovvero invecchiare mantenendosi in salute, indipendenti, attivi e.. felici.

Anche WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha sottolineato come un invecchiamento attivo ritardi l'erogazione di cure, la dipendenza fisica e pertanto aumenti l'aspettativa di vita libera da disabilità.

Stare bene e a lungo è l'obiettivo che tutti noi abbiamo nel presente e ci auguriamo nel futuro. Ma il benessere va “costruito” nell'età adulta e mantenuto nella terza età. Come?

Ryff definisce il benessere secondo alcune dimensioni:

1- autoaccettazione, e cioè riconoscere e accettare le proprie qualità e propri limiti, mantenendo sempre sentimenti positivi verso la vita;

2- crescita personale, cioè vedersi ad ogni età in continuo sviluppo, essere pronti a fare nuove esperienze e valersi delle proprie potenzialità;

3- relazioni positive con gli altri, basate su reciproca fiducia;

4- autonomia, autodeterminazione e indipendenza, con la capacità di resistere alle pressioni sociali;

5- dominio sull'ambiente, cioè possedere un senso di padronanza e competenza nel gestire l'ambiente, con la capacità di scegliere e utilizzare i contesti adeguati ai propri bisogni.

6- scopo di vita: essere consapevoli che la propria vita passata e presente ha un senso e un significato anche in relazione al futuro.

Ciò che deve stare alla base di un invecchiamento di successo è la resilienza, intesa come capacità di affrontare con tenacia e determinazione avvenimenti della vita difficoltosi (malattie, lutti, separazioni, etc.) insieme alla capacità di utilizzare il “pensiero positivo”, che si sostanzia in un processo cognitivo in cui vi è la tendenza a pensare positivamenteai diversi ambiti del proprio vivere, alle proprie caratteristiche personali, alle aspettative verso il futuro.

Un buon grado di autostima, sorretto dall'utilizzo di strategie di coping funzionali al benessere psicofisico (es. alla riduzione dello stress), insieme a soddisfazione di vita e ottimismo, determinano quindi un “sistema di pensiero” adattivo all'invecchiamento di successo, che è strettamente in relazione con un'attenuazione e un ritardo del normale declino cognitivo.

Infine, ciò che rende sempre, ad ogni età, la vita speciale è – come dice il prof. Cesa Bianchi – la creatività, caratteristica che sa dare un senso alla propria identità, che è bagaglio di ogni persona e va sviluppata lungo tutto il corso della vita.

Anche il premio Nobel Rita Levi Montalcini, ha più volte sottolineato come l'immaginazione, con l'avanzare dell'età sia elemento che si amplia sempre più, anziché diminuire.

E la Montalcini (morta a 103 anni) ci sembra un vero esempio di invecchiamento di successo!